lunedì 6 giugno 2011

Dopo aver letto "Di materno avevo solo il latte"

Oggi dovevo parlare di tutt'altro del nostro splendido week end, ma come al solito, i programmi delle mamme, saltano.
Così sono qui a ri-parlare, del libro di Deborah Papisca, ma stavolta, a differenza della volta scorsa, che, ancora mi aspettava nel magazzino della libreria in attesa di essere spedito, ne parlo, perchè lo ho letto e amato.
Non è da tutti riuscire a parlare, con un linguaggio leggero e divertente di un argomento tanto delicato come la depressione post-parto.
Non è da tutti neanche aver voglia di parlarne, perchè l'argomento è nascosto sotto una fitta coltre di omertà.
Nemmeno ai corsi pre-parto, che dovrebbero appunto prepararti a diventare madre, se ne parla.

Io ricordo di un casuale accenno veloce, sulla possibilità che... e poi basta.

Fortunatamente non mi è capitato, ho superato, entrambe le volte i primi mesi dell'essere mamma, senza piombare nella disperazione.

Credo che sia stato un caso, credo di essere stata fortunata, perchè ho avuto un marito vicino che mi ha sempre aiutato moltissimo, ho avuto l'aiuto dei nonni, e ho potuto contare, con la Tiranna, sulle splendide giornate estive.
Quando il malumore, la stanchezza, la paura di non farcela mi prendeva, uscivo dalla porta a macinare chilometri.
Avevo anche un'amica con me, che aveva partorito 3 giorni prima, e vuol dire tanto, potersi confrontare con qualcuno che, come te, affronta nello stesso momento gli stessi problemi.

Ma tornando al libro, Deborah ha raccontato tutto con un tono talmente leggero e divertente, che, più di una volta mi sono ritrovata a pensare "ma perchè non è venuta anche a me una bella depressione?? Toccare il fondo e poi risalire è meglio che veleggiare in un tranquillo mare di malinconia!" 

Credo che bisogna essere davvero persone speciali per riuscire a trasmettere tutto in medo così limpido, io sono fortunata, perchè ho il piacere di conoscerla, se non di persona, perlomeno via web. 
E non posso che ringraziare il caso o il destino che l'ha messa sulla mia strada.


Ora oggi mi dice una cosa, che davvero, mi ha lasciata davvero spiazzata.
Un tale, signor Giorgio de Rienzo, giornalista di Vanity Fair, ha scritto la seguente critica, al suo romanzo:

Preferivo l'infanticidio

"Deborah inaspettatamente scopre di essere incinta di una bambina che non vuole, partorisce e va in depressione. Che razza di madre sarà? Si sente colpevole perché non prova affetto per la figlia: ma attraverso peripezie recupera il senso della amternità. Peccato, ci si 
aspettava un bell'infanticidio."



Servono commenti?
Questo individuo, non solo chiaramente, non ha letto il libro, ma si sente anche in dovere di scherzare su un argomento tanto delicato come la depressione post-parto, senza, evidentemente avere la minima idea di cosa si tratta.


Ho scritto una mail al signor de Rienzo, Eccola:


Caro Signor Giorgio de Rienzo,
Ho avuto il piacere di leggere la sua critica al libro "Di materno
avevo solo il latte" di Deborah Papisca, comparsa sullo scorso nr di
Vanity Fair.
Mi auguro, per lei, che le maestre dell'asilo di Pistoia decidano di
scrivere un libro sulle loro avventure scolastiche, chissà che grosse
risate si farebbe a leggere di bambini maltrattati da chi dovrebbe
difenderli, visto che trova tanto comica l'idea di un infanticidio.
Premesso questo, le chiedo se il libro lo ha letto sul serio, o se si
è limitato a sfogliarlo per leggere il riassunto in seconda di
copertina.
Considerato il suo edificante commento, propendo per la prima, quindi,
lasci che la illumini sul contenuto del libro.
Nonostante quello che pensa, non si tratta di una commedia noir, con
un finale buonista.
Ma si tratta del vissuto di una persona che, a cuore aperto, ha
raccontato la sua esperienza.
Va da sè che, trattandosi di esperienza diretta della scrittrice, la
depressione post-parto non si tratta di una trovata di mamme annoiate,
che tentano di giustificare il loro malumore, ma si tratta di una
seria malattia neurologica che colpisce il 10% delle nuove madri.
Mi sfugge, tra le sue pubblicazioni, a cui ho dato una scorsa, quelle
che parlano di maternità, vista la sua critica gratuita, a un
argomento così delicato, immagino che sia quantomeno un esperto.

Cordialmente
Stefania XXX



Ora aspetto una risposta se mai arriverà.
Intanto se volete fare i complimenti al grande giornalista, questo è il link su face, dove si può fare Vanity Fair.
Credo sia molto importante far sentire la nostra voce!

7 commenti:

  1. Sono indignata: leggo VF da molti anni, ho scritto anch'io un commento in bacheca, non pensavo che qualcuno potesse fare dell'ironia così becera su un argomento così delicato...

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  2. Brava Ste! Credo che con tutte le critiche che gli sono piovute, tra email e post su fb o blog vari, il suddetto millantatore si dara` al giardinaggio. personalmente gli consiglio di dirigere la sua fine intelligenza e sottile sensibilita` verso il magico mondo dei cactus spinosi: una volta cresciuti poi, potra` procedere al loro inserimento in orifizi sove il sol non batte... ovviamente i suoi orifizi.

    Sono indignata!

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  3. son curiosa davvero di sapere cosa risponderà.

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  4. Ragazze che dire, grazie!!!
    :) è importante far sentire la nostra voce!! non possiamo lasciar correre questa cosa!!
    Ancora tutto tace, ma ci stiamo muovendo per cercare di avere massima visibilità!!! se riuscite condividete anche voi il messaggio deve arrivare ovunque!!!

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Oggi ho letto una frase che mi ha colpito: Per ogni persona che posta un commento, ce ne sono 10 o 100 che non lo fanno perchè non hanno niente da dire o perché non lo avevano in quel momento.(Joshua Porter), ecco a me piacerebbe che tutti si sentissero liberi di dire qualcosa... e poi adoro i commenti!!