martedì 8 aprile 2014

Sei diverso, troppo diverso... ma forse anche no. Pensieri sull'intercultura

Tendo ad avere le mie idee e a difenderle, per questo ci sono una serie di persona a cui sto, per usare un francesismo, diversamente simpatica. A volte questa consapevolezza mi porta a dei veri e propri attacchi di panico e mi chiedo se non sia il caso di cambiare, diventare più pacata, meno impulsiva... D'altra parte non esiste un solo motivo valido per cui chiunque deve sapere come la penso su ogni argomento... 

Forse... O forse a me sta bene così in fondo. 
Quando leggo commenti che reputo sul filo del razzismo (e dicendo filo intendo che ci sguazzano in mezzo alla grande) non riesco a stare zitta, mi sale il nervoso. So che tacere sarebbe la scelta migliore ma non posso fare a meno di esporre il mio punto di vista. E il mio punto di vista è che da una persona che arriva dal Marocco, dalla Cina, dal Perù io non ci vedo nulla di diverso da me. No, ho detto male: ci vedo molto di diverso, le culture diverse dalla mia mi incuriosiscono, quindi mi ritrovo sempre a fare un mucchio di domande. E' stato grazie a queste domande che ho assaggiato il caffè arabo (estremamente speziato), cenato con un piatto tipico siriano a base di carne e noci (meraviglioso) e capito perché nell'islam non si può mangiare maiale ne bere vino. 

Ho imparato da loro a essere meno assillante con i miei figli e ho capito che i loro litigi possono gestirli da soli. Mi sono ricordata che un ginocchio sbucciato non è una tragedia da evitare ma un importate passaggio di crescita.

Ho fatto domande scomode, ho chiesto dei mille aiuti che vengono millantati ma da quello che abbiamo capito sono gli stessi che hanno le famiglie italiane con uguale reddito. Forse mi hanno mentito. Forse. Ma a me piace pensare che sia così davvero: tendo a credere ad una persona che mi guarda negli occhi piuttosto che ad una chiacchiera su un social network.

E se fosse vero? Se davvero hanno degli aiuti che noi oriundi ci possiamo solo sognare? In quel caso le cose vanno cambiate ma senza perdere di vista che le leggi, chi decide, non è un disperato che arriva qui su un barcone. Chi decide sono le persone a cui fa comodo che noi ci facciamo la guerra tra di noi. Ci indigniamo pensando all'olocausto, alla tratta degli schiavi al comunismo russo ma non ci rendiamo conto che noi con i nostri vicini stiamo facendo la stessa cosa.

lunedì 7 aprile 2014

Cose che mi sono piaciute... Full Metal Alchemist.

Quando qualche mese fa Loris è arrivato e mi ha detto "potremmo guardarci Full metal Alchemist, mi dicono sia bello" ho nicchiato. Vagamente lo conoscevo, avevo visto qualche puntata anni addietro su MTV e non mi aveva colpito proprio per nulla. 

Prima di tutto mancava una storia d'amore (come si fa a considerare qualcosa in cui non si parli d'amore?), e poi lo trovavo demenziale e violento: 2 caratteristiche che odio in qualsia si cosa che guardo, leggo o ascolto.
Ma d'altra parte come si fa a dire di no al marito che pur di farti contenta si è guardato con te tutto "Pomodori verdi fritti alla fermata del treno" passandoti i fazzoletti, o si è guardato 3 volte "La sposa Cadavere" con il sottofondo di singhiozzi strozzati?

Insomma, ho pensato, diamogli una possibilità. Ci ho messo un paio di puntate per innamorarmene, 4-5 per diventarne assolutamente dipendente. La storia d'amore c'è, ma è quella che si è creata tra 2 fratelli uniti da una grave perdita, un errore imperdonabile, e la ricerca di una soluzione. 

I protagonisti sono Edward (Ed) ed Alphonse (Al) Elric, che vivovo in un mondo parallelo in cui tutto si basa sull'alchimia. Quando, a causa di una malattia, la loro madre muore provano a riportarla in vita  e questo costa una braccio ed un gamba ad Ed e l'intero corpo ad Al che si ritrova a vivere sigillato in un'armatura gigantesca. L'intera storia si svolge nella ricerca della Pietra Filosofale, l'unica cosa che possa farli tornare i ragazzi che erano. Per cercarla Ed decide di diventare "un cane dell'esercito".

Ecco, come può a me piacere una storia del genere? Eppure l'ho amata davvero. I personaggi sono reali: con paure debolezze, sogni infranti e speranze disilluse, eppure non si arrendono perché sanno di poter contare l'uno sull'altro. Si fanno forza e si sostengono per l'intera serie. Così mi sono ritrovata sempre più invischiata nelle loro avventure.

Sabato sera l'ultima puntata: tristezza infinita. Mi ha lasciato dentro quel vuoto che solo alcuni libri hanno saputo lasciarmi. Una vera meraviglia grafica con una storia che entra nel cuore. 

giovedì 3 aprile 2014

25 voci e una sola canzone - Frozen - Il Regno di Ghiaccio



Frozen ha un posto speciale nel mio cuore, è il primo film che Samuel ha visto al cinema. E lo ha amato tantissimo. 

Tutti noi ne siamo rimasti affascinati, e come potrebbe essere altrimenti? Le ambientazioni sono splendide, Elsa e Anna sono così reali che sembrano vive... e le canzoni... le canzoni wow. La Disney ci ha sa sempre abituato a canzoni talmente belle che ti entrano nel cuore per farlo brillare, ma Frozen, non so come dirlo a me ha scosso l'anima. (si lo so, a me basta poco, ma d'altra parte lo sapete).

Poi questo video e ascoltare la canzone di Elsa in 25 lingue del mondo da 25 donne diverse mi ha fatto sentire parte di qualcosa di bello. E' solo un video ed è solo una canzone, ma a me ha fatto questo effetto.

Samuel quando siamo andati in montagna non si è dato pace finché non abbiamo ammesso che si "in effetti stavamo proprio andando sulla montagna del Nord" per fortuna non ha insistito per incontrare Olaf e Sven non so come sarei riuscita a risolvere la cosa.





martedì 1 aprile 2014

Non è disordine...è un ordine diverso


Un servizio alle Iene di un paio di settimane fa, un articolo su uno di quei giornaletti che si ostina a comprare e a leggere mia mamma, uno di quelli pieni d gossip per capirci, quelli che hanno lo spessore di un pezzettino di carta igienica. 

"Hanno portato via dei bambini a una famiglia perché la casa era in disordine" mi dice allarmata mia mamma. "Ma che vuoi che sia vero? Allora tre quarti delle mie amiche si vedrebbero arrivare gli assistenti sociali in casa!"

Anche se minimizzo e ci scherzo sopra questa cosa mi ha terrorizzato, mi rendo conto di guardare le istituzioni non come un valido aiuto ma come un nemico da evitare. La stessa cosa  capitata con la logopedia: Ho tergiversato per un sacco di tempo (senza raccontarmi storie me ne sono accorta ai 2 anni che Samuel era indietro con il linguaggio) perché avevo paura di venir giudicata. Avevo paura che qualcuno mi dicesse che sono una pessima madre e che quindi i miei bambini sarebbero stati meglio da un'altra parte.

Ho vissuto con ansia la visita, e sebbene oggi, rassicurata dal fatto che la dottoressa che lo ha in cura continua a ripetermi che quanto sia un bambino felice, sereno, intelligente e ricettivo non posso fare a meno di sentirmi inquieta: avrei potuto fare di più? Potrei fare di più?

E se il postino entrando in casa vedesse il mucchietto di polvere in fondo al corridoio? E se la maestra un giorno mi chiedesse spiegazioni su quell'orribile maglietta irrimediabilmente macchiata che Gaia si ostina ad indossare? Per non parlare del disordine cronico che qui, ormai, è diventato un marchio di fabbrica. Per fortuna non riesco ad immaginare nessuno che, entrando in casa mia, debba aprire il mio armadio: verrebbe sommerso da una slavina di vestiti!

La realtà è che conosco pochissime persone ordinate, e non riesco a non considerare il loro comportamento compulsivo, gli ambienti sterili mi turbano... a meno che non mi trovo in ospedale o dal dentista. O a fare un tatuaggio... Insomma non in un appartamento dove ci vivono dei bambini.

Ma davvero è così facile che un bambino venga portato via? Il buon senso mi dice di no, poi la paranoia ha il sopravvento e non posso fare a meno che chiedermi "sono una brava mamma?" In realtà ci proviamo tutte ma tutte abbiamo i nostri limiti. Anche la mia, di mamma, ha fatto outing l'altro giorno "vi tenevo sotto una campana di vetro, non si poteva uscire se c'era vento, troppo sole, troppo freddo, troppo tutto." E se ha sbagliato lei come posso esserne immune io? Noi mamme siamo bestie strane, piene di dubbi e paure, ma nonostante tutto ci mettiamo un sacco di buona volontà.

In ogni caso la paura non mi ha ancora trasformato nella casalinga perfetta: i pavimenti sono perennemente da pulire, i giocattoli fanno ormai parte dell'arredamento, il fornello lo pulisco una volta alla settimana, e perdo le cose.