Un'amica (Annalisa un giorno ti stuferai di psicoanalizzarmi!) mi ha chiesto se per questo non sarebbe meglio un diario da tenere sotto il letto e forse ha decisamente ragione lei: i miei sproloqui a chi mai potrebbero interessare? Però ci sono due importantissimi fattori che non posso sottovalutare:
- Sono fondamentalmente un'egocentrica (profondamente insicura ok ma pur sempre egocentrica) e mi piace avere una finestra di dialogo sempre aperta.
- Mi piace, no è riduttivo, amo, il brivido che precede la pubblicazione di ogni post/articolo/quello che è. E' lo stesso che penso provi Gaia (aka la Tiranna) ogni volta che sale sul palcoscenico per uno spettacolo a teatro. Siamo fin troppo uguali io e lei.
E poi c'è un terzo punto assolutamente da non sottovalutare: certe cose vanno condivise. A maggior ragione se sono perle di idiozia umana, in modo che i posteri, un domani quando saranno alle prese con un'estinzione di massa potranno pensare al "è dai insomma ce lo siamo meritato!" piuttosto che al castigo divino.
Periferia nord di Trento, interno di un piazzale privato, sera tardi. Scendo dalla macchina con Gaia dopo che sono andata a prenderla dall'allenamento di pallavolo, Nel piazzale (ripeto privato del condominio in cui vivo) noto un giovine con grosso cane al seguito, li guardo e non li riconosco (abito qui dalla nascita, so vita morte miracoli di chiunque sia passato per questo selciato) e quando il cane si accuccia per fare pipì non riesco a trattenermi dal chiedere "Scusa. Lo sai che questo non sarebbe il posto per far fare i bisogni ad un cane?" "Ah si ma cosa devo fare se si ferma! Mica posso impedirglielo!" Il che è vero, penso. E se è un inquilino della casa che non ho mai notato che sta tornando dal parco (va detto che abbiamo un parco che oserei definire esagerato dall'altra parte della strada con un'area cani grande come un campo da calcetto) può accadere. Quindi chiedo "Abiti qui?" "Si" mi risponde "Dall'altro lato della strada!" "Quindi non qui" faccio notare. E lui "che fastidio ti da? La pipì è acqua, e poi piove il parco è pieno di fango e allora vengo qui!".
Ora il parco lo avevo attraversato con Samuel un paio di ore prima di ritorno dal supermercato. Abbiamo trovato terriccio, pozzanghere, quanche piazza decisamente fangosa, ma sabbie mobili insuperabili, io non ne ho notate. E sono piuttosto suscettibile all'argomento dopo aver visto Artax sprofondare nella palude della tristezza.